XXVIII
La vera ribellione è “borghese”, senza ipocrisia, languida e costante, detto questo, giriamo la frittata, ci sono mots disprezzanti, tetre, il vero terrore è nella finzione, nell’allegoria della vita. I tremendi paradossi, la sottrazione del peccato del godimento, della notturna vivacità mentale, frutto esotico color ambra, occhi scuri pupille nere incastonate in mandorle bianche. Vai con Dio, io inseguo altre menzogne e nessuna verità. Mi devo spostare nel tempo di 72 ore in avanti, 3 giorni di vantaggio (mi prendo), la situazione sarà gestibile al meglio. Poi mi sposterò nel tempo indietro di 3 anni, per poi prendere l’aereo a Settembre, l’11 Settembre e da lì contare 6 mesi. Per fare questo dovrò diventare povero e spoglio, un Sant’Ignazio diciamo. La libertà costa cara, ma, il sale una volta valeva oro! L’ideale una volta era veste sgargiante. […] dondolando, mouillage plat. Incestuoso pasto, l’illegittimità del letterato, molti fronzoli, poca materia mollicosa e bagnata. Strisciando come una serpe in seno, il buco della serratura e poi vi sussurro una parola nell’orecchio (uno spreco vanesio di tempo), ma quale “bello uomo”? Depravato! Strappano maschere e parrucche. Una bella spiaggia naturista a Orient bay! Pochi soldi molta carne, non più animale da pascolo ma lupo affamato. Vabbè, mi bevo qualcosa e vado a ballare, ho la gaia scienza del reazionario squartamento, tanta ironia, pesce rosso morto gonfio sottosopra nell’acquario, come quel bastardo del mio migliore amico: buongiorno pesciolini, buonanotte pesciolini, buongiorno pesciolini, buonanotte pesciolini e l’interruttore della luce che suonava click-clack.
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