Ode a una baccante
Siamo stati voraci sorseggiandoci,
dentro coppe di carne.
Follemente danzeremo
in altri soli ebbri
come Dioniso e Afrodite.
Anche a maschere invertite,
falò immaginari odoriamo
sulla riva d’un teatro marino.
E maga e ninfa e musa.
Scalza regina dalle ciocche di rame,
grappoli di fragole
della pelle a scolpirne la seta.
Che Te, libera, rende immortale
e me appassiona.
Spera il mio canto a celebrarti,
e con devozione bacia
ovunque arrivi tanta bellezza
il cui sapore alla Primavera
di tutti i fiori somiglia.
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