Ode a una baccante

Siamo stati voraci sorseggiandoci,
dentro coppe di carne.
Follemente danzeremo
in altri soli ebbri
come Dioniso e Afrodite.
Anche a maschere invertite,
falò immaginari odoriamo
sulla riva d’un teatro marino.
E maga e ninfa e musa.
Scalza regina dalle ciocche di rame,
grappoli di fragole
della pelle a scolpirne la seta.
Che Te, libera, rende immortale
e me appassiona.
Spera il mio canto a celebrarti,
e con devozione bacia
ovunque arrivi tanta bellezza
il cui sapore alla Primavera
di tutti i fiori somiglia.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *