Dragonfly

Non vagheggio che la laguna
ove ti supplico accorato.
Desolata d’ombre,
dei troppi sassi sbronza.
Pensarti era amarti,
accudirti rumoroso sciame.
La memoria in un pugnetto di coriandoli.
D’ogni sogno ramazzato
m’eroina il televisore:
arte degenerata delle mie lamentazioni.
Esiste un altro tempo per voi,
imperterriti magari depravati.
Albe disorganizzate,
loquaci brezze eppure la sera!
Nostalgia che ho masticato
e piegato a te, stuprando il cuore, spalmavi.
Divinità arcaica o quasi,
che coli melassa e grondi tropici,
del nascondiglio, diroccata fonderia,
i visini d’uovo inallegri come Carnevale.

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