Benzedrina

[Finestre al posto delle porte. E viceversa. Rampante arco triplo, a tratteggiare una basilica. Senza croci. Prosecuzione innaturale di piazze elettrificate. Rito pagano, strazio gaudente. E i muti sorrisi. Tuniche, allori: sottoterra. Nel tempo, millenario, di un Impero devastato. Cristianizzato.] “Eccoti.” Anoressizzante, psicostimolante. Arsenica. Improvvisata Duchessa. Delle aurore cacciate e le tenebre recintate. Degli ambulanti, dei cervi. Degli stracci. Acerbo grappolo di pelli fiammeggianti, da intossicazione chimica. Ti porto acqua. Minerale, perché torni utile. Renda bevibile la tua bellezza lunare. Lineamenti rinascimentali e sguardo da assassina. Ma precipito. Prima di puntare la cifra dei sentimenti. Fradicio, allucinato. Mentre l’uragano sputa fuori macerie. L’umido fiorisce in vermi. Ed alcun dolore. Avrà mai valore. Merito. Carati, valute. E’ subacquea la matematica di Dio. Altissima la possanza. Dei numeri. Che imbruniscono il più dolce dei cieli. Germogliare e mietere, seminare e seppellire, annoiarsi con empie confessioni. Petizioni. Voti. Giochi. L’ingresso geometrico sembra un lungomare di vendemmie. Il gusto del mosto, i calchi delle interruttrici, i quadri piangenti, i cuscini sudati, i taglieri sgrassati, gli stivali smacchiati. E scarabei e tazzine e fibbie. La prima gioventù digitale, i femori dei Santi. “Reciti nel sangue, viziata commediante! Dove non desidero ascoltarti. Dove non riesco a sentirti.” Umidi di lacrime i capezzoli, graffi sotto i talloni, eritemi sulle clavicole, orecchini persi. Al cinema. Da ragazzina. Ogni adorazione uno scatolone (dentro cuccioli vivi). Ogni navigazione una rotta (entro confini battuti). Sopra l’oceano dei ricordi l’unica conchiglia conservata, mentre altre zattere spariranno e inesperte balene allatteranno. In altri amori. Tanti amori. “Amore che scagli, Amore che strepiti, Amore che estrai…” Antichissime Sovrane scavavano anziché costruire. Mentre tu edifichi condomini. Come un ragno nell’elmo o una vespa sullo sciroppo. Indaffarata, non sapiente. Ma sapiente è il sole. Per noi. Indifferente. A questa vertigine. La solitudine.

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